VIZI E PREGIUDIZI - W I BIMBI AD ALTO CONTATTO !


"Esistono davvero i bambini viziati?
Quando nasce un bambino molti genitori si sentono raccomandare spesso di “non viziarlo” e di solito i comportamenti a cui si fa riferimento sono per esempio: tenerlo “troppo” in braccio, dormire con lui nel lettone, allattarlo a richiesta (si pensi al termine “svezzamento” che letteralmente significa togliere il vezzo, cioè il vizio) e correre al minimo segnale del bimbo anche se “tanto prima o poi smette”. C’è anche chi suggerisce di far piangere un po’ il bambino così “si farà i polmoni” o di utilizzare metodi per farlo dormire “da solo”, privi di alcun fondamento scientifico e anzi potenzialmente pericolosi.

Ma dove sta il reale rischio di tali comportamenti?
"L’esercito di consigliatori" (scarica qui una simpatica lettura "cinque anni del bambino naturale !") che inevitabilmente si materializza intorno ai neogenitori, dà queste indicazioni in nome della buona educazione, della presunta conquista di autonomia del bambino e del diritto alla libertà dei genitori, altrimenti schiavi di un piccolo tiranno che disturba la quiete e che farà fare brutte figure con gli altri. Il più celebre è il metodo diffuso nel libro di Estivill e De Bèjar (1999),“Fate la nanna”, Mandragora Edizioni. Questo metodo suggerisce di far piangere il bambino ad intervalli sempre crescenti per “disabituarlo al pianto notturno”.
È un metodo potenzialmente pericoloso che è sconsigliato da numerose associazioni di pediatri e psicologi si vedano a tal proposito i seguenti link: Quaderni 
Per approfondimenti si consulti il testo:
Balsamo E. (2007), “Sono qui con te”, Il Leone Verde Editore, Torino. Disponibile al link:  bambinonaturale
Vorrei dare a tale proposito alcuni spunti di riflessione sia per i genitori che per gli addetti ai lavori.
Gli studi etnoantropologici pongono l’attenzione ai reali bisogni del cucciolo d’uomo, aiutando a riscoprire quei saperi ancestrali ed istintuali che fanno parte di ogni  mamma e di ogni bambino in ogni angolo della Terra.
La nostra identità cellulare di appartenenti alla razza umana è uguale ovunque e i bisogni dei bambini sono sempre gli stessi: bisogno di contatto fisico, di essere accudito, di essere nutrito dal seno materno, di fidarsi delle proprie sensazioni e della capacità di comunicarle ricevendone appropriata risposta, la lista sarebbe infinita.
Risulta quindi evidente come certi luoghi comuni sull’educazione dei bambini appartengano soltanto a pregiudizi in linea con la propria cultura di appartenenza.
A seconda di dove un bambino nasce e vive, la società intorno a lui si aspetta che i suoi genitori e lui si conformino ai suoi modelli, indipendentemente da ciò che la selezione naturale ha trasmesso a quel bambino nel suo patrimonio genetico dopo centinaia di migliaia di anni..
Perciò, buonsenso, istinto ed informazione valgono almeno quanto (se non di più) di ciò che la nostra società e i consigliatori indefessi, si aspettano da noi genitori circa il modo di accudire i nostri bambini.
Penso sia il caso di dire che ogni genitore dovrebbe sentirsi libero di scegliere indipendentemente da ciò che suggerisce la cultura occidentale a cui apparteniamo. "

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