Domande frequenti

Indice:
A) PER INIZIARE BENE: POSIZIONE; ATTACCO; FREQUENZA E DURATA POPPATE
  • Qual’è la posizione più fisiologica per allattare?
  • Quali sono le altre posizioni?
  • Come si attacca correttamente un bebè?
  • Coma fare se un bimbo non estroflette la lingua?
  • Come fare se non estroflette il labbro inferiore?
  • Come fare per dargli ampia porzione di seno? presa a panino
  • Devo tenere le mani ferme al bimbo?
  • Se sento male?
  • Se un bimbo non mantiene l'attacco profondo al seno? Presa Dancer
  • Quante volte allattare?
  • E' necessario il contatto pelle a pelle?
  • Cos'è il colostro?
  • Cos'è la montata lattea?
  • Qual'è il ritmo medio delle poppate?
  • Quanto dura una poppata?
  • Entrambi i seni o un solo seno?
B) CRESCITA DEL BAMBINO, INDICATORI DI ADEGUATA PRODUZIONE DI LATTE, COME AUMENTARE PRODUZIONE
  • Doppia pesata? ovvero quanti cc di latte a poppata?
  • Allora...come valutare la crescita??
  • Cosa sono gli scatti di crescita?
  • Com'è il colore e l'odore della cacca?
  • Come aumentare produzione latte?
  • Come togliere l'aggiunta?

D) ESTRARRE LATTE; CONSERVARLO; DARLO AL BEBE’.
  • Come estrarsi il latte?
  • Come e quanto conservare il latte materno?
  • I biberon sono da evitare?
  • Esiste ancora il rischio del bisfenolo?
  • Come dare aggiunte senza biberon? mezzi complementari di allattamento:DAS
  • Alimentazione a dito: Bicchierino
  • L'utilizzo del ciuccio è da evitare?
  • Meglio caucciù o silicone? Pro e contro di entrambi i materiali.
  • Come preparare e conservare il latte artificiale?
E) PROBLEMI O SITUAZIONI PARTICOLARI
  • Come allattare due gemelli?
  • Se ho un bimbo prematuro posso allattare?
  • Se ho un taglio cesareo posso allattare?
  • Quando devo tornare al lavoro posso continuare ad allattare?

  •  Qual'è la posizione più fisiologica per allattare?
La posizione più fisiologica, indicata fin dalla nascita è quella detta “Nutrimento Biologico”.
La madre è semisdraiata e il piccolino appoggiato sopra di lei, in verticale  o di traverso, con la testa all’altezza del seno, meglio se nudi: la madre può sostenerlo appoggiando una mano sulla schiena del bimbo, o tenendolo dai fianchi. Questa posizione favorisce l’attivazione dei riflessi primitivi spontanei del bebè: muovere la testa, avanzare, aprire la bocca, leccare, prendere il seno. In questa poszione il piccolo ha bisogno di meno aiuto per attaccarsi correttamente. E’ una posizione indicata  in caso di forte riflesso di emissione, per attenuare il flusso del latte, e in caso di coliche, dolori al pancino e rifiuto  del seno: il contatto pelle a pelle, pancia contro pancia, favorisce la motilità intestinale e la digestione. L'uso di una fascia può aiutare la mamma a tenere il bimbo a lungo in questa posizione: è molto indicata per i prematuri e per i nati sottopeso, perché li aiuta a mantenere stabile il calore corporeo, a non disperdere energie, e ad assimilare più velocemente il nutrimento. E' una posizione comoda anche per la mamma: in questa posizione la mamma può concedersi un riposino lasciando il neonato libero di poppare e riposare con lei. 
Bibliografia: "Nutrimento biologico" -Colson 2002e 2008
Allattare un gesto d'amore di Paola Negri


Quali sono le altre posizioni?
(si consiglia di variare il più possibile le posizioni, soprattutto in presenza di ingorghi o dotti ostruiti):
  
Posizione incrociata: come prima, ma la mamma sorregge il bambino con il braccio opposto al seno che viene offerto. La mano sorregge la testolina alla base del collo, da un orecchio all'altro, per lasciargli libertà di movimento all'indietro. E' utile quando i bimbi sono  molto piccoli o prematuri, con scarso tono muscolare, consente alla mamma di controllare bene l'attacco del bimbo e il movimento della testa.

Rugby:  sostenere la schiena del bambino con l'avambraccio e la testina alla base con la mano aperta, in modo che il bimbo sia rivolto alla madre, con il corpo sotto il braccio. Le gambine possono essere distese o a L. E' molto utile quando c'è un dotto ostruito.


Sdraiati di fianco: utilissima durante la notte o quando la madre desidera riposare. Nei primi tempi è importante controllare che il corpo del bimbo rimanga rvolto verso la mamma e non sia supino con la testina girata (cosa molto frequente quando il bimbo sarà più grandicello). Per questo si possono mettere cuscini o copertine arrotolate dietro alla schiena del piccolo.

In piedi: si può allattare in piedi col bimbo verticale sul nostro corpo (magari sorretto da una fascia)...è una posizione molto naturale e fisiologica utile in caso di coliche o reflusso. Spesso le mamme e i bebè amano allattare camminando...

Da lupa: col bambino steso sul letto e noi carponi sopra. Utile per curare ingorghi e dotti ostruiti.

Bimbo seduto: il bambino è seduto cavalcioni sulle gambe della mamma. Utile per quei bimbi che per vari motivi non sopprtano la posizione distesa.

 

A culla: è la classica posizione per allattare, per lo meno quì da noi in Occidente. La mamma è seduta comodamente, con le spalle rilassate e appoggiate indietro. Potrebbe aver bisogno di più cuscini e un poggiapiedi. Il bambino è sostenuto con lo stesso braccio del seno che viene offerto. Fate appoggiare la testa del bebè sull’avambraccio e non sull’incavo del braccio. Non chinatevi verso il bambino, ma attirate il suo corpo al vostro. Il suo corpicino deve essere rivolto verso di voi, pancia contro pancia. La testa, le spalle, il tronco sullo stesso asse. Se volete sostenere con una mano la testolina, state attente a mettere la mano alla base della testa, sul collo, e non spingerlo dietro alla nuca. Per evitare che il bimbo strattoni il seno all'indietro, provate ad usare cuscini allattamento e tenete il bimbo ben alzato all'altezza del seno


  • Come si attacca correttamente un bebè?
Non aspettate mai che pianga, per attaccarlo, perché potrebbe non attaccarsi correttamente. Tenete il bambino con il nasino all'altezza del capezzolo o ancora più in basso. Deve attaccarsi in modo ASIMMETRICO, col capo leggermente reclinato all'indietro, come per mangiare un grosso panino. Potete stuzzicargli il nasino col capezzolo bagnato di latte, e nel frattempo stuzzicategli con un dito il mento per fargli aprire bene la bocca.
Quando è attaccato, mettetegli una mano dietro le spalle per stringerlo a voi. (non spingetelo dietro alla nuca, per riflesso potrebbe staccarsi). Il bimbo dovrebbe ciucciare attivamente e ingoiare senza schiocchi né fossette nelle guance. La parte dell’areola visibile dovrebbe essere la parte superiore. Le labbra del bimbo dovrebbero essere estroflesse (ma non sempre è visibile il labbro inferiore). La lingua dovrebbe sporgere sopra la gengiva inferiore e avvolgere bene la parte inferiore dell’areola come un cucchiaio  (ma questo segno non sempre è visibile).
Il mento risulterà attaccato al seno e la sua testolina un pò reclinata all'indietro.
Fateci caso, anche in natura tutti i cuccioli succhiano col capo un pò reclinato  all'indietro!

  • Coma fare se un bimbo non estroflette la lingua?
Spremete del latte sul seno e fate in modo che i bimbi lo possano leccare, prima della poppata. Li aiuterà ad estroflettere la lingua. Esiste anche un altro metodo simpatico…la passeggiata delle dita sulla lingua: provate a far questo gioco prima della poppata: con il vostro indice (unghia corta e pulita), spingete in basso la lingua del bimbo, in più punti, per alcuni secondi. Poi provate ad attaccarlo.
Alcuni bambini non riescono ad attaccarsi bene perché hanno il frenulo corto. Si capisce perché quando piangono, la lingua non riesce mai a coprire la gengiva inferiore. In questo caso occorre farlo visionare da un pediatra per un'eventuale piccolo intervento chirurgico.

  • Come fare se non estroflette il labbro inferiore?
Per i bimbi che non mettono bene in fuori il labbro inferiore, provate a stuzzicarlo con un dito, per farglielo tirar fuori.

  • Come fare per dargli ampia porzione di seno?
Pesa a panino: quando il seno è molto abbondante, quando il piccolo ha la bocca piccola e non si attacca in profondità, un buon modo per aiutarlo potrebbe essere: schiacciare il seno (in modo verticale, con le dita a U o in modo orizzontale con le dita a C, a seconda della posizione del piccolo). In linea di massima il seno dovrebbe assumere una forma ogivale, come un panino schiacciato, così che il bimbo abbia una porzione più stretta da prendere in bocca e il capezzolo possa andare più in profondità. Altra accortezza, sarebbe quella di premere un pò le dita verso il torace, in modo da far sporgere bene il capezzolo: col pollice bisognerebbe premere un pò più che con le altre dita,  in modo che il capezzolo punti in su, verso il palato del bimbo.   

  • Devo tenere le mani ferme al bimbo?
No! se non dà fastidio alla mamma, il bimbo dovrebbe essere libero di toccare e esplorare con le sue manine il seno della mamma, perché ciò facilita il flusso del latte e, soprattutto all'inizio, permette al piccolo un migliore attacco.

  • Se sento male?
Se il bambino non è attaccato correttamente, e sentite male per più di 30 secondi, oppure se vedete che il bimbo tira indietro la testina irrequieto, provate a staccarlo con delicatezza infilando il dito nell’angolo della sua bocca, tra le gengive, in modo che non morda. Cercate di calmarlo facendogli ciucciare il vostro dito, oppure passeggiate con lui, dondolandolo. Solo quando si è calmato provate nuovamente ad attaccarlo.

  • Se un bimbo non mantiene l'attacco profondo al seno?
Presa Dancer:
Una tecnica usata soprattutto nel caso di bimbi prematuri o molto deboli che fan fatica a rimanere attaccati, è la presa "Dancer": con la stessa mano che sorregge il seno a coppa, la mamma tiene ancorato il mento del bebè.

  • Quante volte allattare?
L'allattamento al seno, secondo la fisiologia, è un allattamento a richiesta, tutte le volte che il bimbo mostra segni di fame. Se la ghiandola mammaria è stimolata, produce latte, soprattutto nel primo periodo è fondamentale allattare frequentemente, a richiesta, da entrambi i seni. L'allattamento a orari è legato alimentazione artificiale e può compormettere il successo dell'allattamento al seno.
  
  • E' necessario il contatto pelle a pelle?
Il contatto col corpo della madre è un'aspettativa biologica del cucciolo d'uomo subito dopo la nascita e anche oltre. E' importante sia per stimolare la produzione del latte, sia per calmare il bambino appena nato ed evitare il disperdere di energie e calore. Il battito cardiaco del bimbo si stabilizza e aumenta l'ossigenazione del sangue.

  • Cos'è il colostro?
Il colostro è un liquido giallastro, secreto dal seno nei primi giorni dopo il parto. Non spaventarti se sembra poco: Si conta in gocce, non in centilitri!!!! Al bimbo basta e avanza, il suo stomaco è piccolo come il suo pugno!
E' un liquido prezioso perché ricco di anticorpi, di globuli bianchi, è lassativo (e quindi aiuta a liberarsi dal meconio e previene l'ittero), è ricco di fattori di crescita, favorisce la maturazione della mucosa intestinale, è ricco di vitamina A e quindi previene infezioni e alcune malattie agli occhi. Se lo allatti frequentemente tutte le volte che si agita o che ciuccia il suo pugno, aumenterai la produzione di latte a facilerai l'arrivo della montata lattea.

  • Cos'è la montata lattea?
Il colostro aumenta progressivamente in quantità e si modifica in qualità e colore, diventando più dolce, bianco e grasso, cioè vero e proprio latte. Il seno diventa caldo e pesante, si ingrossa il tessuto linfatico, e ci si accorge che il bambino ingerisce attivamente. Stiamo attente a non trasformare la pesantezza normale del seno in ingorgo: a questo punto bisogna attaccare spesso il bambino, non dare orari, se il bambino è sonnolento cercare di drenare il seno con massaggi manuali sotto la doccia.
Ma non sempre le mamme avvertono la montata lattea. A volte il colostro si trasforma in latte e aumenta di quantità senza che la mamma si accorga del seno pesante. Capita soprattutto con i secondi figli se la mamma non ha mai smesso di allattare o ha smesso da poco. Capita anche se il bimbo poppa spesso. Un seno sgonfio e ben drenato, unito a un allattamento frequente, sono segnali molto positivi, che non devono in alcun modo preoccupare.

  • Qual'è il ritmo medio delle poppate?
E' molto variabile: dipende dal bambino, dalla sua corporatura, dalla capacità di immaganizzamento del seno, dal periodo di crescita, dal clima....E'sempre bene non interferire con il meccanismo domanda offerta: il seno produce latte in risposta alla suzione, più il bimbo poppa più latte si produce. Si sente dire "ogni 3 ore", ma può essere un'intervallo troppo lungo per alcuni bambini, che in questo modo non riescono ad alimentarsi a sufficenza, e per alcune mamme, che così rischiano di produrre troppo poco latte per le esigenze del bimbo. E' sempre meglio un allattamento a richiesta. Dal secondo giorno dalla nascita le poppate diventano molto frequenti, non necessariamente distribuite in maniera regolare (le cosiddette poppate a grappolo). Alcune mamme non riescono neanche a contare QUANTE poppate avvengono nelle 24 ore....comunque, se propio vogliamo quantificare vanno da un minimo di 8 fino a 12...ma anche più...Se il bimbo poppa poco, a intervalli molto lunghi, occorre valutare la sua crescita e quante pipì fa (vedi voce "valutare la crescita"). Se cresce bene e urina non c'è bisogno di intervenire, se cresce poco...meglio stimolarlo a poppare più frequentemente! (allattamento a offerta).

  • Quanto dura una poppata?
Anche questo è molto variabile, in generale è sempre meglio lasciar fare al bambino e non dare limiti di tempo. Ci sono bambini lenti, e bambini voraci. I bambini piccoli o prematuri di solito sono più lenti, oppure fanno poppatine brevi e frequenti. E' importante non staccare il bimbo dal seno precocemente perché potrebbe non prendere il secondo latte, quello più grasso e proteico. E' importante che durante la poppata si alternino fasi di suzione nutritiva (suzione-deglutizione-respiro, spesso in concomitanza col riflesso di emissione) a suzione non nutritiva (il bimbo si "coccola" al seno, il mento "trema" con piccole suzioni veloci, la deglutizione avviene dopo varie suzioni). La suzione non nutritiva è comunque importante per rilassare il bimbo, dargli sicurezza, e facilitargli la mobilità intestinale. Quando il bimbo è ben "cotto" e addormentato, si può provare a staccarlo. Per non farsi "mordere", è sempre meglio mettere un dito nella bocca del bambino.

  • Entrambi i seni o un solo seno?
Ogni coppia mamma-bambino troveranno col tempo il loro modo congeniale di allattare. In genere si consiglia di alternare i seni almeno nel primissimo periodo, per stimolarli entrambi e favorire un'abbondante produzione di latte. Talvolta, nei casi in cui il bimbo non riesca a gestire il forte riflesso di emissione e dia segni di inquetudine, si consiglia di allattare più volte di seguito dallo stesso seno per rallentare il riflesso di emissione. Nei casi in cui invece il neonato è molto pigro e tende ad addormentarsi al seno, è bene alternare più volte la il seno.


B) CRESCITA DEL BAMBINO, INDICATORI DI ADEGUATA PRODUZIONE DI LATTE, COME AUMENTARE PRODUZIONE

Doppia pesata? ovvero quanti cc di latte a poppata?
Il nostro seno non è un biberon. Non si può parlare di centilitri o grammi a poppata. Si crea un falso problema e sbagliate aspettative: molte mamme vanno in ansia quando vedono che con la doppia pesata il bimbo ha preso solo 30 cc di latte...oppure che nel bicchierino del tiralatte ci sono solo dei miseri 20 cc estratti...come arrivare a 100 cc?
Noi mamme siamo tutte diverse e produciamo latte in modo differente, chi più chi meno, a poppata. Ma tutte le mamme possono allattare e far crescre bene un bimbo. Chi ha meno capacità di immagazzinamento produce meno latte a poppata, e quindi allatterà più frequentemente e così viceversa. Dipende anche dall'appetito del bimbo, dalla fase della crescita, dal momento della giornata: a volte ha solo sete e prende poco latte, per poi rifarsi più tardi.
Valutare la produzione di latte col tiralatte è ugualmente sbagliato. La maggior parte delle donne, soprattutto all'inizio, non riescono a rilassarsi davanti un tiralatte, così che il riflesso di emissione è inibito e il latte esce col contagocce....ma non vuol dire che la donna abbia poco latte! il bimbo con un attacco corretto saprà estrarre latte in abbondanza.

  • Allora...come valutare la crescita?
L'accrescimento quindi può essere valutato secondo i seguenti parametri:
-ripresa del peso alla nascita entro circa 10 giorni
-crescita di almeno 500 gr. nei primi tre mesi (130 gr. a settmana minimo)
-dal 4 giorno almeno 6 pannolini bagnati nelle 24 ore
-dal 4 giorno feci marroncine poi gialle: almeno 3 al giorno. Dopo il primo mese possono diradarsi, anche 1 cacca ogni 6 giorni. Non è segno di stitichezza. L'importante è che sia abbondante e morbida.
-dopo i primi 3 mesi crescita di almeno 80 gr a settimana.
-Attenzione!!alcuni bambini crescono leggermente meno ma stanno bene, occorre sempre valutare anche la vitalità e la serenità del bambino, ed escludere possibili segni di disidratazione: pelle secca, urina poca e concentrata...
(corso allattamento base, dispense a cura di P.Negri e T.Catanzani)

  • Cosa sono gli scatti di crescita?
Può accadere che da un giorno all'altro, dopo che l'allattamento è avviato, il bambino diventi più irrequieto, poppi frequentemente e non sembri mai soddisfatto.
Ci possono essere varie cause per l'irrequietezza al seno: attacco scorretto, disturbi di salute come raffreddore, forte riflesso emissione, cambiamenti nei ritmi abituali, ed anche gli scatti di crescita. Il bimbo ha bisogno di alimentarsi di più perchè sta crescendo di più. Di solito capita tra le 4 e le 6 settimane di vita, tra i 2 e i 3 mesi, al 4 mese. E' importante sapere che assecondando il bambino con poppate frequenti, il seno produrrà più latte, nel giro di qualche giorno.
(corso allattamento base, dispense a cura di P.Negri e T.Catanzani)
  • Com'è il colore e l'odore della cacca?
Nei primi giorni la cacca si chiama meconio, è nera e appiccicosa. Con un allattamento frequente il bimbo la espelle entro i primi due giorni e lentamente la cacca diventa giallo senape, questo è un segnale molto positivo che deve rassicurare la mamma, poiché il suo bambino sta ingerendo latte. Se la cacca diventa verde e schiumosa, vuol dire che il bimbo sta ingerendo troppi zuccheri (prima parte del latte). Occorre modulare l'allattamento in modo che il piccolo riesca ad ingerire anche la parte grassa (secondo latte).

  • Come aumentare produzione latte?
La scarsa produzione di latte può ricondursi a vari fattori, anche contingenti, sia fisici sia psicologici. Può essere recuparata facilmente, con alcuni accorgimenti. Ricorda che il seno risponde alla stimolazione all'incirca in 24 ore.
1- fai poppare il bimbo frequentemente, anche ogni ora, ed efficacemente. (vedi attacco corretto)
2- per stimolare più riflessi di emissione, cambia spesso il seno, più volte a poppata da una parte all'altra (ping pong).
3- quando il piccolino prende il latte, e non ciuccia attivamente comprimere il seno con le dita a coppa, (pollice sopra indice sotto) per alcuni secondi, finché il bimbo non si riattacca al seno.
4- allattalo soprattutto di notte: la notte è un momento d'oro per la produzione di latte perché nel corpo della mamma entrano in circolo grandi quantità di ossitocina e prolattina, quindi siamo più reattive alla stimolazione!!
5- il pom tardi e la sera invece tutte le donne notano una diminuzione nel rilascio del latte, non spaventarti, è normale. Cerca di rilassarti, fatti fare massaggi alla schiena, appoggiata con le braccia sul tavolo e col busto reclinato avanti. Il rilassamento e la decontrattura muscolare aiutano il rilascio del latte.
6- aumenti la produzione anche se tiri col tiralatte per cinque minuti dopo la poppata, in modo da svuotare bene il seno. Potresti usare questo latte come integrazione, se ce n'è bisogno.
7- cerca di non usare biberon o ciuccio, e per un'eventuale aggiunta usa solo tazzine, siringhe, das (vedi metodi alternativi al biberon)
8- tienilo spesso pelle a pelle, magari con l'aiuto della fascia.
9-  E' infine importante.... che tu abbi fiducia in te stessa e nel tuo istinto di mamma!!!


  • Come togliere l'aggiunta?
L'aggiunta si toglie gradualmente, in accordo col proprio pediatra, valutando settimanalmente la crescita del bambino e tenedo monitorare le evacuazioni (vedi indicatori di crescita). La cosa miglior, per inziare, è togliere l'aggiunta di notte e al mattino, quando la mamma in genere può produrre molto latte. Le poppate notturne sono importantissime, fanno aumentare molto la produzione di latte e sono particolarmenete nurtienti per il bambino (più di quelle giornaliere).
A seconda della quantità di aggiunta presa giornalmente, si può procedere in vari modi:
- diminuire gradualmente la quantità di cc di latte artificiale a poppata, partendo dalla notte e mattina.
- dimunire una poppata di artficiale a giorni alterni.
Non perdete di vista l'effetto psicologico dell'aggiunta. Talvolta viene vissuta dai genitori come rete protettiva. Prima di procedere a togliere l'aggiunta, valutate quanto ne siete pronti "psicologicamente" e magari chiedete sostegno a qualche consulente, ostetrica o pediatra per rassicurarvi e sostenervi.
 
C) QUALCHE PROBLEMA...

  • Se il bimbo è sonnolento?
Se il bimbo è sonnolento (più di 3 ore tra una poppata e l'altra) e non cresce molto, occorre stimolarlo a poppare di più, soprattutto la notte, quando i livello di prolattina sono più alti e il latte è più ricco. Provate ad attaccarlo quando il suo sonno è più leggero. Provate a tenerlo in posizione verticale, a parlargli dolcemente, ad alleggerire l'abbigliamento, a farlo dondolare su e giù, seduto sulle vostre ginocchia, dondolandovi insieme a lui.
Per mantenerlo interessato alla poppata, provate a stuzzicanrgli un orecchio, un piedino, un labbro..cambiarlo spesso di seno, dal destro al sinistro e viceversa, anche 4 volte a poppata e tutte le volte che rallenta la suzione. Cambiargli il pannolino per riscuoterlo. Provare con la "compressione del seno": "strizzare" il seno dolcemente con pollice e indice mentre il bimbo è attaccato, tenere compresso per alcuni secondi: il bimbo dovrebbe riprendere a deglutire. Poi rilasciare e riprovare anche con l'altro seno. A volte i bimbi si addormentano dopo pochi minuti che inizia la poppata, prendendo solo il latte più zuccheroso. Sarebbe bene allora spremersi un pò del primo latte prima di attaccarlo, in modo che quando si attacca prenda soprattutto secondo latte (più grasso e proteico).

  • E se invece è irrequieto al seno?
L'irrequietezza può essere dovuta a svariati motivi, non sempre legati alla gestione dell'allattamento (dolori, coliche, stanchezza, nervosismo, necessità di fare pipì o cacca). Ci son vari modi per invogliare il bambino a poppare:
-maggior contatto pelle a pelle, uso fascia.
- provare diverse posizioni
-allattarlo in piedi, mentre si passeggia, cullandolo.
-Fargli ciucciare il dito della mamma
Se il bambino ancora rifiuta, evitare di forzarlo, calmarlo e distrarlo. Talvolta può essere importante prendersi un pò di tregua, e dare il bimbo al papà...
Un motivo frequente di irrequietezza può essere il riflesso di emissione troppo forte.

  • Quando il riflesso di emissione è troppo forte che succede?
In questo caso il bimbo si stacca e si attacca nervoso, tossisce, piange, il latte gli va di traverso. Talvolta quando si stacca il latte gli spruzza in faccia. Alcuni bimbi nonostante questo problema crescono benissimo, altri bimbi crescono poco perchè si riempiono il pancino di aria e primo latte zuccheroso. Spesso hanno le feci verdi e schiumose e sofforno di coliche. Come gestire questo problema?
Prima di attaccare il bambino, spremersi un pò del primo latte per rallentare il flusso. Non alternare troppo frequentemente i seni, anzi, provare ad attaccare più volte dallo stesso seno nell'arco di 4-5 ore (avendo cura di svuotare un pò l'altro se lo si sente troppo gonfio). Allattare in posizioni che vadano "contro" la forza di gravità (semireclinate, sdraiate col bimbo sopra...).

  • Perché la sera piange?
Spesso succede che il piccolo sia particolarmente irrequieto verso sera (chi non lo è anche gli adulti lo sono dopo una lunga giornata...) spesso le 18 circa rappresentano per molte mamme l'ora X in cui il bebè è irritabile, si lamenta, si attacca e si stacca continuamente al seno...e la mamma dubbiosa teme di avere poco latte. 
Il bimbo può piangere per tanti motivi, per stanchezza, per il nervosismo che sente nell'aria, per fame., perché sta attraversando uno scatto di crescita (vedi post successivo) e quindi richiede di più, o perché il riflesso di discesa del latte è rallentato a causa dello stress e della stanchezza accumulato dalla mamma nell'arco della giornata...Quest'ora critica coincide con il rientro a casa dei membri della famiglia, con le faccende domestiche, con la preparazione della cena, con il bisogno di attenzione dei fratellini o dei famigliari. 
Che fare?
Se possibile stare calme, e continuare ad allattare a richiesta. Alcune mamme hanno trovato utile anticipare la nanna per tutti...il buio, il silenzio, allattare da distese, il riposo, aiutano il riflesso di discesa del latte e stimolano la prolattina. Altre mamme hanno provato a dare aggiunte di latte materno estratto durante l'arco della giornata o della notte e conservato. In quest'ultimo caso sarebbe importante non utilizzare il biberon nel primo mese di vita, per evitare che il bimbo confonda la modalità di suzione. Si può utilizzare un bicchierino, una siringa, un cucchiaino...
  • Qual'è l'igiene corretta del capezzolo?
Non è necessario pulire il seno in modo speciale, basta la normale igiene quotidiano. E' controindicato sia usare creme e preparati vari, sia lavare il seno prima e dopo la poppata con acqua e sapone. Lasciamo fare alla natura: nell'areola vi sono sono piccole protuberanze, chiamate le ghiandole di Montgomery, che producono una sostanza grassa e antibatterica con la funzione di ammorbidire la pelle e proteggerla dalle infezioni. I lavaggi frequenti lavano via questa sostanza  rendendo il capezzolo predisposto a screpolature e infezioni. E' importante evitare che il capezzolo maceri in un ambiente umido, quindi sarebbe meglio lasciarlo asciugare all'aria dopo la poppata. Evitare reggiseni sintetici e coppette assorbilatte usa e getta.

  • Se ho dolore al capezzolo o al seno?
Non sempre l’allattamento procede come si vorrebbe. In questi casi, oltre al dolore fisico che insorge, la mamma è prostrata dai sensi di colpa e inadeguatezza… Come affrontare i problemi più frequenti durante l’allattamento? Esistono alcuni rimedi che possono aiutarci ad affrontare ragadi, ingorghi e mastiti. Ma il rimedio e la prevenzione principale è attaccare spesso e correttamente il bambino.

  • Ragadi
Le ragadi sono lesioni sulla punta o sulla base del capezzolo, con fuoriuscita o meno di sangue. Se hai le ragadi è normale che il bimbo possa ingerire sangue, questo non provoca nessun problema per il bimbo. Le ragadi sono molto frequenti soprattutto nel primo periodo, dovute all'attacco scorretto del bimbo e/o ad una posizione poco comoda e fisiologica della mamma. Qualche rimedio per curare le ragadi:
-spremere un po’ di latte e lasciarlo asciugare all’aria e/o usare colostrum gel (colostro di vacca). Il latte materno ha proprietà antibiotiche.  
-evitare ristagni di umidità sul seno, (evitare coppette usa e getta assorbilatte e reggiseni sintetici)
-può essere utile la lanolina purificata da applicare al capezzolo. Allevia il dolore e accelera la guarigione.  Non c'è biosgno di risciacquo dopo la poppata.
-iniziare la poppata col capezzolo non ferito. Se si fa fatica ad attaccare il bimbo col seno dolente occorre comunque svuotarlo col tiralatte o con spremitura manuale.  
-coppette di argento (l’argento è un disinfettante) tra le poppate
-compresse di acqua calda sul capezzolo dolente.
-lavare con acqua e sapone delicato una volta al giorno, per evitare infezioni.
-in alcuni casi è utile spalmare un sottile velo di crema antibiotica, a base di mupirocina, per evitare infezioni. Chiedi consiglio al medico.
  • Candida.
In caso di profondo e persistente bruciore e prurito, arrossamento simile a scottatura del capezzolo, oppure fitte acute che si irradiano in profondità, si può sospettare un'infezione da candida. In questi casi, oltre che chiamare il medico per prendere antimicotici, (pomata, gel e terapia orale). Importante è lasciare asciugare all'aria, in modo da evitare ristagnni di umidità, curare anche il bambino, e lavarsi bene le mani prima e dopo la poppata. Alcune mamme hanno trovato utile pulire delicatamente il capezzolo con garze intrise di acqua e bicarbonato. Stesso trattamento anche per la bocca del bambino, molto delicatamente. Se si usano tiralatte, paracapezzoli, biberon, ciucci, o altri ausili, occorre lavare tutto bene, almeno una volta al giorno, con acqua e sapone. Asciugare strofinando energicamente ogni parte che  entra in contatto con il latte o con la bocca del bimbo e sterilizzare. Ricordiamo infatti che la candida è un fungo, che non viene eliminato dalle alte temperature ma solo con antimicotici oppure strofinando.  
  • La pomata tuttofare di Jack Newman:
E' utile per candida. Occorre la prescrizione medica. Il farmacista mischia i seguenti ingredienti: unguento di Mupirocina al 2% (15gr), betametasone (0.15%, 15 gr) e polvere di micanazolo (2%). Questo unguento combina un antifungo, un antibiotico, un anti-infiammatorio.  Applicare velo sottile dopo poppata, non lavare o rimuovere. Una volta cessato il dolore, diminuire gradualmente, nell'arco di una settimana.
(dal libro de La lache leguae, Il LIbro delle risposte, vol.1, pp 320 321)
  • Ingorghi e dotti ostruiti:
Per curare gli ingorghi (tutto un seno o entrambi i seni dolenti e gonfii) o dotti ostruiti (una parte di seno arrossata, dolente e gonfia):
-impacchi caldi/doccia calda/massaggi prima della poppata (per stimolare discesa del latte) e impacchi freddi tra una poppata e l’altra (per ridurre l’edema)
-svuotare un pò il seno prima della poppata, perché quando è troppo duro e teso il bimbo non si attacca correttamente 
-variare le posizioni sfruttando forza di gravità, -come posizione da lupa-,  oppure mettendo il bimbo in modo che il suo mento tocchi la parte dura e dolente, così che la sua suzione ci faccia un massaggio al dotto ostruito. Per sperimentare le posizioni, meglio distendersi a letto col bimbo…e girarlo a piacimento :O)
-impacchi di argilla per rinfrescare e ridurre l’edema
-foglie di cavolo schiacciate col mattarello e applicate sul seno
-assumere lecitina di soia, o olio di semi di girasole, oppure echinacea. (hanno un effetto positivo sulla circolazione sanguigna)
-metodo a pressione inversa: con le dita pulite, esercitare leggera pressione verso l'addome per qualche secondo sull'areola. (permette di ridurre l'edema e la tensione del seno)
-riposo assoluto, stendersi a letto col bimbo e allattarlo spesso.
Nel caso in cui salga la febbre oltre i 38 per oltre 24 ore, si può sospettare la mastite. In questo caso continuare i rimedi seguiti per gli ingorghi e chiamare il medico per farsi prescrivere i farmaci (tachipirina, antibiotici e antinfiammatori). Se siete in dubbio sui farmaci da prendere durante l’allattamento, chiamate il centro ricerca dell’Istituto Negri di Milano: 800 88 33 00
In ogni caso, ripetiamo, la cura e la prevenzione migliore sono l’allattamento frequente e l’attacco corretto. 
  • Capezzoli corti, piatti, lunghi: cosa fare?
Tutti i capezzoli vanno bene per allattare. Anche i capezzoli piatti o invertiti, sotto stimolazione, di solito estroflettono.  La cosa importante è curare l'attacco: il bambino non deve attaccarsi al capezzolo, ma prendere un'ampia porzione di seno, con la bocca ben  aperta e attacco asimmetrico (vedi voce corretto attacco) e ciucciare "sottovuoto".
Se il capezzolo è corto o piatto o invertito, e il bambino non riesce ad attaccarsi, occorre far protrudere il capezzolo prima di attaccare il bambino arrotolandolo tra le dita, con qualche goccia di acqua fredda. Oppure usare un tiralatte o una siringa a cui è stata tagliata la parte finale, inserendo lo stantuffo dalla parte tagliata.



 Occorre comunque tempo e pazienza, l'elasticità del capezzolo migliorerà spontaneamente in una decina di giorni. E' utile la presa a panino, per spingere il capezzolo più internamente alla bocca del bambino. Non spingere mai la nuca del bimbo verso il seno, potrebbe avere la reazione di tirarsi indietro. E' sempre meglio accostare il bambino al seno spingendolo tra le scapole.

Anche in caso di capezzolo lungo o grosso ci può essere difficoltà ad attaccarsi. Di solito è una difficoltà temporanea, che si supera quando il piccolo cresce un pochino.

Durante questo periodo di appredimento, la mamma dovrebbe continuare a tirarsi il latte per evitare ingorghi e mantenere una buona produzione di latte.

In entrambi i casi può rivelarsi utile il paracapezzolo.
(da appunti di Paola Negri, corso formazione Faenza 2011) 
  • Quando e come usare i paracapezzoli?
Solo quando il dolore causato da ragadi o candida può far temere una sospensione dell'allattamento, oppure se il bambino proprio non riesce ad attaccarsi in altro modo a causa di capezzoli corti, piatti, rientranti, e solo sotto la supervisione di un’ostetrica. Ce ne sono di vari tipi e biosgnerebbe trovare il modello che fa al proprio caso. Sono da preferire i paracapezzoli in silicone sottile, con una zona scoperta in modo che il nasino del bimbo sia a contatto col seno della mamma. Come metterli? non sempre è sufficiente appoggiarli al capezzolo, si rischia di non avere perfetta aderenza e non stimolare a sufficienza la produzione di latte. Prima di usarli, lasciateli in ammollo in acqua calda, per qualche minuto. Poi rovesciate i bordi del paracapezzolo e mettete a rovescio per metà anche la punta. Collocatelo la punta rovesciata a metà sul vostro capezzolo, rivoltate lentamente a dritto i bordi e...il capezzolo sarà "risucchiato" nella punta del paracapezzolo con una perfetta aderenza.
Quali sono i rischi? Può succedere che il bambino non sappia farne più a meno e soprattutto che la produzione di latte possa diminuire, a causa di una minore stimolazione del seno. Occorre quindi usarli solo per un periodo molto limitato e valutando settimanalmente la crescita del bimbo.


D) ESTRARRE IL LATTE; CONSEVARLO; DARLO AL BAMBINO:
  • Come estrarsi il latte?
Esistono vari metodi per estrarsi il latte, ma nessuno può avere la stessa efficacia di un bambino che poppa bene. Le mamme non devono scoraggiarsi se manualmente o col tiralatte estrarranno poco latte, soprattutto nei primi tentativi. Non vuol dire che non hanno latte a sufficienza. I primi giorni dopo il parto inoltre, il colostro si conta in  gocce, non in cc! Prima di estrarsi il latte, quindi occorre stimolare il riflesso di emissione: massaggiare il seno con la mano aperta, con impacchi di acqua calda, scuotere il seno chinandosi verso terra, picchiettarlo con le dita, pettinare il seno dal'alto verso areola. Può essere utile farsi una doccia calda o farsi massaggiare la schiena. Ci sono poi vari modi per estrarlo, in ogni caso è utile cambiare ripetutamente seno quando ci si accorge che il getto dimnuisce, anche ogni 20 secondi:
-manualmente: è molto utile, se la impariamo bene può sostituire validamente ogni tipo di tiralatte, col pregio di essere più delicata. Tecnica di Marmet:  mettere la mano a C col pollice sopra l' areola e le altre dita sotto l'areola (2-3 cm dal capezzolo). Comprimere verso cassa toracica, rullare le dita, premere il seno tra le dita. Ripetere ritmicamente, ruotando la posizione delle dita, in modo da spremere tutti i quadranti. Cambiare seno più volte, anche ogni 20 sec. quando ci si accorge che il getto di latte rallenta. Può essere utile piegarsi in avanti col busto, chine sopra una bacinella e spremere entrambi i seni contemporaneamente.
-col tiralatte manuale: da usare solo occasionalmente perché non stimola abbastanza la produzione di latte, non spaventatevi, quindi, se riuscite ad estrarre poco latte! Attenzione che la coppa non sia troppo grande o piccola.
-col tiralatte mini-elettrico. Se si usa il tiralatte più di 6 volte al giorno c'è il rischio che si bruci.
-col tiralatte elettrico doppio: si affitta in farmacia, è molto veloce soprattutto se doppio. Garantisce un'ottima stimolazione.
  • Come e quanto conservare il latte materno?
Il latte materno è un antibatterico naturale, quindi si conserva molto più a lungo, e con minori precauzioni del latte formulato. in linea di massima il latte mantiene tutte le sue proprietà:
-fuori dal frigo, in casa, d'estate: 2-3 ore. D'inverno 4 ore.
-in frigo, nel ripiano in basso: 48 ore. Se non aprite mai il frigo può conservarsi anche 8 giorni!
Quando dovete usarlo, riscaldatelo a bagnomaria, (NON USARE MICROONDE, perchè uccide tutte le sue proprietà antibatteriche) e agitate per miscelare la parte grassa. Si può aggiungere latte a temperatura ambiente. Dopo 48 ore in frigo si può congelare.
-in frizer: 3 mesi
-in un congelatore a pozzetto: 6 mesi.
Mettere le etichette con le date ad ogni contenitore.
Sarebbe meglio scongelarlo gradualmenteusare un modo dolce, prima in frigo poi a bagnomaria. Dopo lo scongelamento il latte dura altre 48 ore se tenuto in frigo. NON RICONGELARE!

  • I biberon sono da evitare?
In linea di massima sì: nei primi mesi sarebbero da evitare perché confondono il piccolo nella modalità di attaccamento al seno. La modalità di suzione dal biberon è molto differente dalla modalità di suzione dal seno. Il piccolo non impara ad estroflettere la lingua e non prende in profondità la tettarella. Inoltre il latte esce molto più facilmente dal biberon che dal seno, il bimbo non deve ciucciare attivamente e può abituarsi a questa "passività" rifiutando il latte della mamma, soprattutto quando questo scorre più lentamente (il secondo latte grasso).
Come dimostrano le esperienze fatte coi bambini prematuri, anche se il latte scorre più facilmente, succhiare dal biberon è complessivamente più faticoso per l'organismo del bambino: si ha una minore ossigenazione durante la poppata.
Ciucciare dal seno è inoltre un ottimo esercizio per i muscoli facciali e per il sano sviluppo mandibolare del piccolo, a differenza della suzione da biberon, che può provocare vari disturbi tra cui carie, otiti, malocclusioni...Dopo i 6 mesi, i piccoli dovrebbero essere abituati a bere dalla tazza o dal bicchiere, ne sono capaci, basta un pò di pazienza! 
Alcune mamme hanno trovato utile un biberon che è in commercio  (Calma della Medela)che sembra aiutare i bimbi a succhiare attivamente. Creando sottovuoto, le gocce non scendono se il bimbo non ciuccia energicamente. Il nostro gruppo non ha testato questo prodotto e non intendiamo pubblicizzarlo, riportiamo solo le parole di alcune mamme. Ripetiamo che nessun biberon può mimare il seno della mamma!
Esiste ancora un altro tipo di biberon (Haberman) con tettarelle schiacciata, dalla forma simile a un cucchiaino, che si può delicatamente premere sulla bocca del bimbo. E' molto utile solo nei casi di bimbi con patologie tipo labiopalatoschisi, sindrome di down e/o problemi neurologici. Questi bambini infatti non possono succhiare e deglutire.
Esiste ancora il rischio dei bisfenoli? I bisfenoli sono sostanze cancerogene, presenti nelle plastiche trasparenti: negli anni '70 queste plastiche sono state vietate per la produzione di bottiglie d'acqua o di altre bibite, rendendo obbligatorio l'utilizzo di plastica PET. Purtroppo queste plastiche con BPA non sono state vietate per tutti gli altri contenitori (venduti senza acqua): biberon, bicchieri.... Da un anno è stato vietata la produzione di biberon e altri contenitori per bimbi con bisfenolo. ATTENTI però! Durante il 2011 la vendita era ancora possibile: molti rivenditori, avendo grandi rimanenze di biberon che le casa produttrici non ritiravano, li hanno venduti scontati. Solo dal gennaio 2012 sono state vietate anche le vendite di biberon con BPA. Quindi attente ai biberon comprati lo scorso anno. Da quest'anno potete stare tranquilli, dal 1 gennaio 2012 tutti i biberon devono per legge avere il bollino BPA free. Nel caso in cui ci sia incertezza, sia assente il bollino o il marchio stampigliato e non ci sia certezza sul tipo di plastica, evitate quel particolare acquisto e rivolgetevi verso un prodotto garantito.
Non usate bicchieri di plastica nè altri contenitori in plastica trasparente. Il BPA è vietato solo nei contenitori per alimentari i bimbi!!! E' vero che il BPA si libera quando la plastica è a contatto coi liquidi bollenti, ma si libera anche con liquidi a temperatura normale se i contenitori sono vecchi e rigati. In ogni caso, preferite sempre il vetro! 


Come dare aggiunte senza biberon? mezzi complementari di allattamento:
Sembra difficile...ma coraggio! Andiamo per gradi. Vi sono vari mezzi, in commercio o faidate per dare le aggiunte.


1)  il mezzo migliore è il DAS (dispositivo allattamento supplementare). In commercio costa circa 50 euro. Si tratta di una bottiglietta da attaccare al collo della mamma dalla quale escono due tubicini che vengono attaccati con dei cerottini ai capezzoli. Nella bottiglietta si mette il latte destinato al bambino che lo succhia, comunque, attaccandosi al capezzolo della mamma. La stimolazione le permette di aumentare la quantità senza stress. Quando comincia a fuoriuscire il latte della mamma, quello della bottiglietta si ferma e riprende poi quando la mamma non ha più latte. 
 
Il Das può essere prodotto anche artigianalmente: prendi un tubicino da flebo o da prelievo, strappa l'ago (non tagliarlo!), poi infilalo in una siringa grande o nella tettarella di un biberon. Attacca l'estremità del il tubicino sopra al capezzolo, con un cerotto di carta. Tieni la siringa o il biberon in alto, se vuoi che il flusso sia più veloce, in basso se vuoi che il flusso sia più lento (principio dei vasi comunicanti:O). vedi video.


2) Alimentazione a dito: il tubicino, invece che al seno, viene attaccato al polpastrello del dito della mamma o del papà. Bisogna avere cura di pulirsi bene le mani e tagliare corte le unghie. Il dito (indice o medio) col polpastrello rivolto verso l'alto, sarà succhiato dal bimbo e spinto fino alla giuntura tra palato duro e molle. Tenere alto il biberon se vogliamo che il liquido scenda più velocemente.


3)Bicchierino per piccole aggiunte: si trova in commercio (Medela) un bicchierino di plastica con fondo inclinato. Oppure si può usare un semplice bicchierino da liquore o tazzina da caffè. Tenere il bimbo un pò verticale, coprirlo bene, anche le braccia, con una copertina o asciugamano. Appoggiare il bordo del bicchiere alle labbra del bimbo e lasciare che sia lui, attivamente, a raggiungere e  leccare il latte nel fondo della tazzina. Se non riesce, reclinate leggermente la tazzina, ma non buttategli giù il latte!!! questo esercizio è molto utile anche per aiutare il bimbo a estrofettere la lingua e quindi ciucciare meglio anche dal seno.  


L'utilizzo del ciuccio è da evitare?
Come i biberon, anche i ciucci non sono indispensabili e in linea di massima sono sconsigliati: nei primi mesi sono sconsigliati perché possono interferire con l'allattamento, confondendo il bimbo nel modo di succhiare e interferendo con il suo stimolo di fame. Ciucciare, anche a vuoto, può calmare la fame (pensiamo a quando mastichiamo chewingum, per un pò la fame passa). Quindi sarebbe da evitare soprattutto nei primi mesi, nei casi di  bimbi sonnolenti, che fanno fatica ad attaccarsi e/o che crescono poco. 
Dopo i primi mesi, se l'alattamento è bene avviato, non ci sono grandi controindicazioni. Un consiglio è comunque quello di non abusarne, limitarlo solo ad alcuni momenti della giornata, e soprattutto non utilizzarlo dopo i 2 anni. L'istinto di suzione è del tutto normale fino a 3-4 anni, e quindi non c'è nessuna controindicazione ad allattare a lungo i bimbi, (anzi, sembra che sia positivo per la loro crescita psico-fisica). Per quanto ciucci e biberon siano pubblicizzati come simili al seno, il loro utilizzo protratto negli anni presenta rischi ortodontici e igienici non indifferenti. Attenzione poi, quando i bimbi tengono il ciuccio rovesciato (punta all'ingiù)!   


Meglio caucciù o silicone? Pro e contro di entrambi i materiali.
Il Caucciù è naturale, ma si deforma facilmente col tempo e se bollito per sterlizzazione. Inoltre è poco igienico per trattiene polveri e peli. Occorre cambiarlo frequentemente, minimo ogni 20 giorni. Quando il ciuccio in caucciù diventa grande e morbido, non è più ortodontico. 
Il silicone è sintetico ma si pulisce facilmente e non si deforma se bollito. Però talvolta, se morsicato, rischia di rompersi e alcuni pezzettini  possono essere ingurgitati.

Come preparare e conservare il latte artificiale?
Il latte artificiale (formula) non contiene antibatterici naturali, per questo bisogna seguire regole rigide e scrupolose nella sua preparazione e conservazione.
In generale è sempre meglio utilizzare il latte liquido perché sterile. Una volta aperta la confezione, bisogna buttare il latte dopo 24 ore (o darlo al papà per colazione :O).
La formula in polvere non è sterile e può contenere tracce di batteri Salmonella e Enterobacter, molto pericolosi (talvolta letali) per i bimbi sotto i 3 mesi. Ci sono delle precauzioni da osservare scrupolosamente per evitare questo rischio. I batteri salmonella e enterobacter muoiono alla temperatura di 70°, quindi è da evitare in assoluto scalda biberon  a 30° e conservazione in frigo!!! Le raccomandazioni dell'OMS sono queste:
-bollire l'acqua di ricostituzione (minerale o di rubinetto).
-versare l'acqua nel biberon, aggiungere la polvere, chiudere il biberon (o altro contenitore)
-aspettare che il latte si intiepidisca e darlo al bambino.
-non conservarlo in frigorifero ma buttarlo
approfondimento Cattaneo
linee guida OMS in inglese


E) PROBLEMI O SITUAZIONI PARTICOLARI:
Come allattare due gemelli?

Non esiste una modalità unica per allattare i gemelli. Molte mamme trovano vantaggioso allattarli contemporaneamente, adottando una della posizioni qui disegnate.
Altre mamme invece preferiscono allattare i loro bambini separatamente. Altre mamme ancora scelgono di giorno in giorno...Se i bambini hanno modalità differenti di suzione, più o meno vigorose, sarebbe utile alternare i seni, cioè non dare lo stesso seno sempre allo stesso bimbo.  
.
. Per dormire, cercate di lasciarli il più possibile vicino (ci sono abituati, fin da dentro il pancione) oppure accanto a voi nel lettone.
Ci saranno dei momenti nella gestione dei due gemelli sicuramente impegnativi, soprattutto se sei da sola. Tieni però presente che l'allattamento al seno a richiesta, (senza impazzimenti a guardar l'orario e far doppie pesate), oltre che garantire un maggior benessere ai bebè, può rappresentare una semplificazione anche per te: prova a pensare cosa vuol dire preparare due biberon, comprar latte per due, andare in giro con scaldabibe, 2 bibe...
Nei momenti di difficoltà, quando sei impegnata con un piccolo e l'altro piange, potresti provare a dare il ciuccio al bambino che aspetta le tue cure... Viste comunque le tante controindicazioni connesse all'uso prolungato di questo oggetto, (vedi domande frequenti) si raccomanda comunque di non abusarne e soprattutto di aspettare fino a quanto l'allattamento non sia ben avviato (di solito dopo il primo mese).
Lo stesso discorso vale per il biberon: alcune mamme trovano utile tirarsi il latte, in modo che la nonna o il papà lo diano col biberon ad un bebè mentre l'altro è allattato al seno. La suzione al biberon è ben diversa da quella al seno, (diverso il modo di metter la lingua e ciucciare, latte che scorre senza fatica): se l'allattamento non è ben avviato si può rischiare di confondere il bimbo e disaffezionarlo al seno. Ci sono altre modalità per dare il latte al bimbo senza usare il biberon, consigliate soprattutto nel primo mese (vedi modalità alimentazione artificiale su domande frequenti).

Se ho un bimbo prematuro posso allattare?

Certo, è assolutamente consigliato! Se il bambino non riesce subito ad attaccarsi è bene che la mamma provi a tararsi il latte, aiutata e confortata dal personale e dai suoi cari. in questo caso è meglio usare un tiralatte elettrico doppio. Anche una piccolissima quantità di colostro (le quantità sono MINIME inzialmente e va bene così) sono un toccasana per questi piccolini: Il latte materno pretermine contiene più anticorpi, proteine e minerali del latte dei nati a termine. Li protegge meglio dalle infezioni e favorisce lo sviluppo dell'intestino, del cervello e della vista.
La prima scelta è quindi:
- il latte fresco di mamma, (meglio non congelato)
- poi il latte donato (ma la pastorizzazione uccide le cellule antinfiammatorie),
- in utlima scelta il latte artificiale specifico per prematuri.

Se il bambino alla nascita pesa meno di 1500 gr ed è nato prima delle 30 settimane di gestazione, in genere non è in grado di poppare direttamente al seno. Di solito può essere alimentato con sondino o per endovena.  Quando il bambino si è stabilizzato, può essere attaccato al seno. E' sempre meglio evitare il passaggio al biberon, che confonde il piccolo e rischia di pregiudicare l'allattamento. Se il bimbo non si attacca facilmente si può usare la tazzina, o un tubicino al dito, oppure il DAS (vedi alimentazione supplementare).

Se il bambino alla nascita pesa più di 1500 gr ed è nato dopo le 30 settimane di gestazione in genere, a meno di malattie particolari, è in grado di poppare al seno entro la prima o seconda ora dopo la nascita. La sua suzione sarà però molto debole e prenderà pochissime quantità di latte a poppata. E'quindi importante attaccarlo ogni volta che mostra segno di volersi nutrire e tenerlo costantemente a contatto con la mamma o il papà (marsupioterapia).




In alcuni ospedali si tende a sfavorire l'allattamento al seno, dando il latte col biberon. Ci si basa sulla convinzione sbagliata che per un bimbo prematuro sia meno stressante prendere il latte dal biberon piuttosto che dal seno. Eppure varie ricerche hanno mostrato che la capacità di succhiare al seno si sviluppa ben prima di quella di succhiare al biberon. L'allattamento al biberon causa una desaturazione di ossigeno, oltre ad aumentare il rischio di otiti.

Se il bambino non riesce ad attaccarsi per lungo tempo, la mamma dovrebbe continuare a tirarsi il latte e provare ad attacccare il bimbo soprattutto di notte, nel dormiveglia. Spremersi il latte e lasciarlo leccare al bambino sul capezzolo.
I bimbi prematuri crescono in fretta e i loro bisogni cambiano velocemente. La mamma che si tira il latte può non riuscire a star dietro a queste esigenze. Se il latte materno non è sufficiente, occorre aumentare la produzione (vedi come aumentare la produzione).
(da Allattamento al seno il bro delle risposte, vol 2, capVII)

Se ho un taglio cesareo posso allattare?
Certo. Se viene usata una anestesia locale la madre si può allattare immediatamento dopo il parto. Ogni ospedale ha le sue pratiche alla nascita, se potete scegliere, preferite quegli ospedali che evitano sperazioni routinarie mamma-bambino e favoriscono il rooming in 24 ore su 24. Anche se per vari motivi siete stata separata dal bambino, non disperatevi, l'allattamento può avviarsi con successo.
Dopo il taglio cesareo la mamma può aver bisogno di aiuto per trovare la posizione meno dolorosa per allattare. Di solito si consiglia la posizione distesa, laterale, ma anche la posizione a rugby o quella semireclinata, col bambino sul petto sopra la mamma. (vedi posizioni). Il bambino può essere un pò sonnolento, nel primo giorno anche a causa dell'anestesia. Se questa sonnolenza continua e non si attacca ogni 3 ore, provate a sollecitarlo e attaccarlo, tenendo monitorata la crescita settimanale.
Ricordiamoci però che il parto cesareo è un'operazione chirugica e come tale, se possibile, va evitata.

Se devo tornare al lavoro o se devo essere ospedalizzata, posso continuare ad allattare?
Certo, è possibile continuare ad allattare anche quando si è regolarmente separate dal bambino, a causa del lavoro o di una ospedalizzazione.
-Quanto precocemente si può tornare al lavoro? se si può scegliere, sarebbe meglio aspettare il più possibile (anche 2-3 anni). Ma almeno 3 mesi, periodo cruciale per il buon avvio dell'allatamento.
-Devo abituarlo con un certo anticipo al biberon, a pappe e/o a poppate distanziate? Non è necessario, ed è controproducente, soprattutto se il bimbo ha meno di 3 mesi, perché  può compromettere l'allattamento. Di solito il bambino non accetta il biberon se la madre è vicina e può dargli il seno. Accetta più volentieri il biberon dalla nonna o dalla babysitter, quando sa che la mamma è assente. Potete continuare ad allattarlo a richiesta fino all'inzio del lavoro. Al limite potete provare qualche giorno prima.
-Devo fare scorta di latte congelato? sì almeno 1 mese prima dell'inzio del lavoro o della separazione, tiratevi il latte e congelatelo. I momenti migliori di solito sono la mattina, dopo qualche ora dalla prima poppata. Oppure dopo ogni poppata qualche cc, da aggiungere volta per volta alla scorta di latte.
-Come mantenere la produzione di latte? Dipende dalle ore di lavoro e dall'età del bambino. Nei primi  6 mesi di vita del bambino occorre estrarsi il latte ogni 3 ore, quindi almeno 2 volte se lavorate 6-8 ore al giorno.
-Come estrarre il latte al lavoro? Meglio parlarne anticipatamente col datore di lavoro per trovare una sistemazione pulita e tranquilla. L'estrazione del latte può avvenire in modo manuale o col tiralatte (vedi sez. domande frequenti): il tiralatte più efficace è il tiralatte automatico a doppio attacco.
-Ci sono alternative alla separazione? per integrare la maternità e il lavoro potete proporre al vostro datore di lavoro, facendovi supportare dai sindacati, alcune soluzioni: lavoro a casa, lavoro condiviso, orario flessibile, part time, portare con sé il bambino.
-Quando è più grandicello? dopo i 6 mesi, se lavorate part time potete evitare di estravi il latte. Il bimbo potrà poppare liberamente quando tornerete dal lavoro e di notte. Se però sentite fastidio al seno è bene tirarsi il latte per evitare ingorghi.
- In caso di ospedalizzazione: accertatevi col vostro dottore e con l'anestesista se i farmaci presi siano compatibili con allattamento, telefonando eventualmente anche all'istituto Mario Negri di Milano. Se non i farmaci non sono compatibili, e l'ospedalizzazione è programmata, fate scorta anticipatamente del vostro latte congelato. Continuate a tirarlo nei giorni di ospedalizzazione, buttandolo, per mantenere la produzione di latte. Se il bambino ha meno di 6 mesi, se i farmaci non sono compatibili con allattamento e se non è possibile fare scorta anticipata del vs latte, parlate con i pediatra per un latte sostitutivo (oppure chiedete ad amiche che allattano di "prestarvi" il loro latte!).

Infine, Ricordatevi dei vostri diritti di madri lavoratrici! Per far valere i vostri diritti deve rivolgetevi alla Consiglieria di parità, a un rappresentante sindacale o ad un legale

Il divieto di licenziamento in gravidanza comincia dall’inizio della gravidanza fino al compimento di un anno di età del bambino. 
Dopo aver portato al datore di lavoro il certificato di gravidanza, la donna ha il diritto di essere spostata di mansione se il lavoro è insalubre, faticoso e nocivo alla madre e al feto.
Se il clima e l’ambiente lavorativo non è consono ad una gestante, rivolgendosi all’Ispettorato del lavoro, la madre ha il diritto di essere cambiata di mansione nel corso della gravidanza e durante i sette mesi dopo il parto. La donna che allatta ha il diritto di mantenere un lavoro sano senza rischio di contaminazioni.
Congedo obbligatorio e flessibile: la donna in gravidanza ha il diritto e l’obbligo di astenersi dal lavoro per cinque mesi. Due mesi prima del parto e tre mesi dopo (astensione obbligatoria). Se vuole però, ha anche il diritto di posticipare di un mese l’astensione lavorativa per stare quattro mesi con il piccolo dopo il parto.
Durante questa astensione obbligatoria alla madre verrà elargita un’indennità sostitutiva alla retribuzione pari all’80% della retribuzione media giornaliera per la lavoratrice dipendente, o della retribuzione convenzionale nel caso di lavoratrice autonoma.
La donna in gravidanza che presenta problemi di salute prima dei due mesi di astensione obbligatoria ha il diritto di usufruire del congedo obbligatorio anticipato. Basta segnalare la situazione di criticità all’Ispettorato del lavoro.
Se si verifica un parto prematuro la donna potrà usufruire dei giorni non goduti prima del parto nel periodo di astensione obbligatoria post-parto. In questo caso occorre presentare il certificato di assistenza al parto entro trenta giorni dalla nascita del piccolo.
Dopo la nascita, al rientro al lavoro, la madre ha il diritto di usufruire dei permessi giornalieri per accudire il figlio, due ore al giorno se il lavoro è a tempo pieno, un' ora se il lavoro si svolge in sei ore. Questo durante tutto il primo anno di vita del bambino.
In caso di parto gemellare le ore di permesso retribuito vanno raddoppiate e le ore possono essere riconosciute anche al padre che può usarle anche quando la madre è in assenza facoltativa.
Dopo l'astenzione obbligatoria si può usufruire dell'astensione facoltativa: L'astensione facoltativa ha una durata massima cumulativa di 10 mesi fruibili  dalla madre o dal padre nei primi 8 anni di vita.del bambino. Può essere fruito anche in modo frazionato e non continuativo.
Nel periodo di astensione facoltativa dal lavoro ( congedo parentale ) viene corrisposto al genitore lavoratore una retribuzione pari al 30% dello stipendio. L'indennità è riconosciuta solo fino al terzo anno di vita del bambino. Negli anni successivi si applica soltanto in casi di indigenza economica della famiglia.
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Libri consigliati: il nuovo libro di Giorgia Cozza per la Leche League "Allattare e lavorare si può!"
Il libro delle risposte, Leche league, vol.2, cap 19.